lunedì 11 luglio 2011

Furgoncini Hippy anni '60 dei "figli dei fiori"

Compie sessant'anni il piccolo camper nato a Wolfsburg,
in Bassa Sassonia
Un simbolo del dopoguerra, dalle famiglie numerose ai concerti rock.


  


  

corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Ha sessant'anni ma è immarscescibile, come di solito succede ai miti. E' stato il padre di tutti i monovolume o 'van' o 'camper van' che dir si voglia. Fu il veicolo delle famiglie tedesche per i viaggi in Italia dai primi anni del boom economico postbellico, poi il mezzo preferito degli hippies per andare a Woodstock e a ogni altro concerto rock. Fu anche l'auto di servizio più pratica per la polizia in molti paesi, e poi il veicolo prediletto dei movimenti pacifisti negli anni Ottanta. Di chi parliamo? Ma è ovvio, del furgoncino Volkswagen. Soprannominato affettuosamente 'Bully' dai tedeschi, 'Bulli' dagli italiani, 'camper van' dagli inglesi, o con un divertente accento 'fawksuèigenbus' negli States e in Canada, è stato un simbolo del dopoguerra. Simbolo di successo del made in Germany ma ancor più del costume, prima delle famiglie e poi delle varie culture giovanili. E appunto festeggia adesso i suoi sessant'anni.

Fu nel marzo 1950 che i primi furgoncini Volkswagen uscirono dalla linea di montaggio della casa madre a Wolfsburg, in Bassa Sassonia. Piacquero subito: la Germania ovest, grazie al Piano Marshall (gli ingenti aiuti americani) e alla stabile democrazia fondata da Adenauer, si ricostruiva, pian piano si riappropriava del benessere. Per le famiglie che tornavano a formarsi il 'bully' diventava il cavallo di lavoro quotidiano per commercianti e piccole imprese, e soprattutto il sogno per le famiglie: per scampagnate, gite nel weekend, ferie estive, o per accompagnare i figli a scuola o a far la spesa. Anche se all'inizio costava davvero non poco: 5850 marchi di allora. Con un motore di appena 25 cavalli, posteriore e raffreddato ad aria. Insomma la stessa meccanica del Maggiolino. Ma mentre il maggiolino aveva cinque posti risicati e quasi niente vano bagagli, nel 'bully' entravano almeno otto persone, più valigie, giocattoli e tant'altro. Monovolume ante litteram, appunto. Decenni prima del Chrysler Voyager, del Renault Espace e di tutti gli altri.


Il successo dell'export cominciò subito, in Nordamerica e in Europa occidentale. Ma fu soprattutto dagli anni Sessanta che il furgoncino Vw si conquisto un ruolo di simbolo dopo l'altro. "The Who" gli dedicarono persino un motivo, "going mobile". Col furgoncino Volkswagen magari comprato usato gli hippies, i figli dei fiori, andavano a migliaia e migliaia ai grandi raduni rock. Con lui i pacifisti percorrevano la Germania per raggiungere le loro grandi manifestazioni. La Germania ovest di allora era anche così, nell'immagine quotidiana: 'bullies' dipinti con fiori e simbolo della pace che si fronteggiavano, il più delle volte pacificamente, con i bullies biancoverdi della polizia. E il 'bully' fu parte immancabile di moltissimi film: film di quell'epoca sulla gioventù ribelle, e film successivi, come Little Miss Sunshine, storia ironica-amara di una famiglia della middle class americana che percorre gli States da un capo all'altro per portare la figlia più piccola a un concorso di bellezza per bambine. Fino a Cars di Walt Disney, il cartone animato con tante famose auto con un carattere umano. In cui Fillmore, il furgoncino Vw del caso, tutto verniciato in stile hippy, ha sempre l'aria un po' allampanata e allegra d'un giovane che ha appena fumato uno spinello. Per non parlare degli aeroporti: in tutta Europa, di qua e di là della Cortina di ferro, il bully fu il più diffuso veicolo giallo-arancione con la scritta "Follow Me" per guidare gli aerei sulle piste.

L'avvento delle nuove tecnologie e del catalizzatore, si pensava, avrebbe segnato la sua lenta fine. Eppure ancora oggi ne sono in circolazione circa dieci milioni in tutto il mondo. Persino in Germania qualche esemplare degli ultimi modelli, chiamati T3, è ancora in servizio nella polizia. E il suo erede, il potentissimo, gigantesco van Volkswagen T5, non ce la fa a nascondere la parentela col progetto originario: grande spazio pensato per famiglie, viaggi e gite, grandi porte laterali, comodo posto guida ben alto. Buon compleanno, furgoncino: resti nell'immaginario collettivo come un simbolo della Germania del dopo-'45, decisa a vincere non più guerre ma la pace.

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